
Questa specie, che cresce spontanea in Giappone (hon-shijmei), è considerata un
fungo ectomicorrizico, ma alcuni ceppi sono in grado di utilizzare
l’amido, per cui è possibile coltivarli su substrati contenenti
tale fonte di carbonio, in assenza della pianta ospite.
E’ molto apprezzato in Giappone per il suo gusto;
un proverbio consiglia “Per la fragranza, Matsutake (Tricholoma
matsutake), per il gusto, Shimeji”.
Il substrato attualmente utilizzato non è particolarmente economico, prevede infatti l’utilizzo di orzo e trucioli di faggio, a cui vengono aggiunti altre fonti nutritive (estratto di lievito, amido, glucosio, pectina, thiamina..)
Il substrato sterilizzato ed inoculato viene fatto incubare per 80-90 giorni (questo è il tempo necessario per la colonizzazione completa di bottiglie contenenti circa 800-1000 g di substrato) a temperatura ambiente di 20-23°C. In alcune coltivazioni viene aggiunto un terreno di copertura, non indispensabile per la fruttificazione, mentre lo è un’adeguata illuminazione.
Circa dopo quattro settimane dallo shock termico si sviluppano i primordi... un ciclo economicamente molto impegnativo con rese ancora non adeguate.
Sono state messe a punto anche tecniche da applicare in ambiente naturale che sembrano aumentare la produttività delle colonie fungine, fra queste l’aratura della lettiera per aumentare la massa di micelio vegetativo ed incendi controllati che sembrano facilitare la formazione di nuove colonie (l’applicazione di polvere di carbone attorno alla colonia fungina sembra favorirne la produttività).
Lyophyllum shimeji (Kawam.) Hongo