Non Green Revolution

 










LA FUNGICOLTURA

UN’ATTIVITA’ ALTAMENTE ECO-COMPATIBILE


Il costante incremento della popolazione mondiale sta facendo emergere sempre più problematiche legate alla disponibilità di cibo e di cure mediche, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Sta quindi diventando una necessità inderogabile, quella di ottimizzare lo sfruttamento delle risorse, riducendo al minimo l’inquinamento ambientale. 

Nel settore agricolo la ricerca si è incentrata soprattutto sull’aumento della produttività delle colture, prendendo poco in considerazione la valorizzazione degli scarti di queste ultime.

Questi sottoprodotti sono generalmente considerati rifiuti, bruciati o immessi tal quali nell’ambiente, generando inquinamento e quindi un pericolo per la salute umana.

La coltivazione di funghi rappresenta un tipo di attività che consente di utilizzare questi materiali di scarto per ottenere cibo (sotto forma di funghi) oltre che materiale per l’alimentazione animale, la vermicoltura e la fertilizzazione dei terreni agricoli con l’utilizzo del substrato di coltivazione esausto (vedi Spent Mushroom Compost).

Se consideriamo quindi l’intero ciclo produttivo, la fungicoltura è perfettamente in linea con i concetti di “produttività totale” o “emissioni zero”, che sono poi i sistemi adottati dalla Natura, in cui non esistono rifiuti, ma ogni materiale in uscita da un livello della catena alimentare rappresenta una materia prima per lo sviluppo di altri organismi.

I funghi grazie al loro apparato enzimatico sono in grado di degradare la cellulosa, diventare un cibo ricco di proteine e fornire anche prodotti nutraceutici e farmaceutici.

La “Non Green Revolution”, che si auspica in questo XXI secolo, avrà quindi per protagonisti i funghi (macro e micro funghi), come alimento proteico, nella produzione di sostanze utili alla salute umana e nel ripristino della “salute ambientale” (bioremediation).


Jay Kant Raut, Non-green revolution for socioeconomic transformation in Terai

Central Department of Biotechnology, Tribhuvan University Kirtipur, Kathmandu

Conference Paper: The Role of NGO/INGOs in Developing Madhesh, At Kathmandu, Nepal, 2012


SHAUKET AHMED PALA, ABDUL HAMID WANI, ROUF HAMZA BODA, BILAL AHMAD WANI

Mushroom refinement endeavor auspicate non green revolution in the offing, NUSANTARA BIOSCIENCE ISSN: 2087-3948 Vol. 6, No. 2, pp. 173-185 E-ISSN: 2087-3956 November 2014


COLTIVAZIONE DI FUNGHI e PRODUZIONE DI BIOGAS

UN ESEMPIO DI BIO-SISTEMA INTEGRATO


Un bio-sistema integrato opera in modo da ridurre l'impatto ambientale generato dalle attività industriali, trasformando un flusso lineare di materia ed energia, in un processo chiuso e ciclico, che produce prodotti a valore aggiunto.

Chertow (1999) parla di “Simbiosi industriale”, un'area di Ecologia industriale che “unisce attività industriali separate, in un approccio collettivo al vantaggio competitivo che comporta scambio fisico di materiali, energia, acqua e sottoprodotti”.


La pratica dello spandimento in campo del digestato prodotto dagli impianti di produzione del biogas presenta alcune problematiche in quanto necessita:

- di una stabilizzazione del digestato (90 giorni) e quindi di spazi e strutture per lo stoccaggio

- di ampie aree agricole, con particolari caratteristiche idro-geologiche, su cui effettuare la fertirrigazione solo in alcuni periodi dell'anno.

L'utilizzo del digestato in fungicoltura consente invece un utilizzo continuo di tale materiale, umido o disidratato, senza problemi di stoccaggio.  L'impianto di produzione  del biogas e quello di coltivazione funghi possono così svilupparsi in maniera interdipendente, in un rapporto di reciproco scambio, che consente ad entrambe le attività produttive di ottenere la massima resa con il minimo dispendio energetico ed il minimo impatto ambientale. L'output dell'impianto di produzione biogas, digestato e parte dell'energia prodotta, vengono utilizzate per la coltivazione di funghi, ed al termine del ciclo di coltivazione il substrato esausto (SMC, Spent Mushroom Compost) diventa al tempo stesso substrato e inoculo, per una più efficiente produzione di biogas.


Ketil Stoknes, David M Beyer, Erik Norgaard

Anaerobically digested food waste in compost for Agaricus bisporus and A. subrufescens and its effect on mushroom productivity

Society of Chemical Industry 2012


Udayasimha L., Vijayalakshmi Y.C.

Sustainable Waste Managementby growing mushroom (Pleurotus florida)on anaerobically digested waste and agro residues

International Journal of Engineering Research & Technology, Vol. 1 Issue 5, July – 2012


Savoje J., Vedie R. , Blanc F., Minvielle N., Rousseau T., Delgenes J. P.

Biomethane digestate from horse manure, a new waste usable in compost for growing the button mushroom, Agaricus bisporus?

Proceedings of the 7th International Conference on Mushroom Biology and Mushroom Products , Arcachon, France, 4-7 Ottobre 2011, pp 176-181


Amelia Kajumulo Kivaisi, Berhanu Assefa, Suhaila Omar Hashim, Anthony Manoni Mshandete

Sustainable utilization of agro-industrial wastes through integration of bio-energy and mushroom production

October 2010 International Livestock Research Institute (ILRI)


Omoanghe S. Isikhuemhen, Nona A. Mikiashvili, Vinaya Kelkar

Application of solid waste from anaerobic digestion of poultry litter in Agrocybe aegerita cultivation: mushroom production, lignocellulolytic enzymes activity and substrate utilization

Biodegradation (2009) 20:351–361


Omoanghe S. Isikhuemhen, Nona A. Mikiashvilli

Lignocellulolytic enzyme activity, substrate utilization, and mushroom yield by Pleurotus ostreatus cultivated on substrate containing anaerobic digester solids

J Ind Microbiol Biotechnol (2009) 36:1353–1362


Banik S. , Nandi R.

Effect of supplementation of rice straw with biogas residual slurry manure on the yield, protein and mineral contents of oyster mushroom

Industrial Crops and Products 20 (2004) 311–319


Ragini Bisaria, Padma Vasudevan, and V. S. Bisaria

Utilization of spent agro-residues from mushroom cultivation for biogas production

Appl Microbiol Biotechnol (1990) 33:607-609